sabato 5 luglio 2014

Pensavo fosse Amore... invece era un Calesse (1991)


Pensavo fosse Amore... invece era un Calesse
Italia, 1991, colore, 113' (1h 53')
Regia di Massimo Troisi

Visto ieri a Maremetraggio al Teatro Miela.

Cecilia (Francesca Neri) lavora in una libreria ed è fidanzata con Tommaso (Massimo Troisi), gestore di un ristorante. I due si amano e pensano al matrimonio, ma Cecilia è talmente gelosa da credere fermamente che Tommaso abbia delle amanti che, in realtà, non ha.
Cecilia lavora con Amedeo (Angelo Orlando), la cui giovane sorella Chiara (Alessia Salustri) è innamorata persa di Tommaso. Lui la rifiuta, non solo perché già fidanzato con Cecilia, ma anche perché Chiara è davvero troppo giovane per lui. Chiara, disperata, tenta di uccidere Tommaso mettendogli del veleno nel caffè e mandandolo all'ospedale.
Pochi giorni prima delle nozze, Cecilia lascia Tommaso e l'uomo non sa darsi pace. Qualche tempo dopo alcuni pescatori dicono a Tommaso di aver visto Cecilia uscire dal cinema con un altro, un certo Enea (Marco Messeri), un giudice di gara più grande di lei e che le promette mari e monti.
Tommaso decide di affidarsi ad una fattucchiera (Nuccia Fumo) per far reinnamorare di sé Cecilia e per allontanare Enea. Affinché la maga possa operare i suoi trucchi, Tommaso le porta tre ciocche di capelli: una sua, una di Cecilia e una di Enea. Tommaso, però, scopre che Cecilia ed Enea portano al braccio degli amuleti dello Zimbabwe contro i malefici. Approfittando di una gita in barca, Tommaso riesce a buttare a mare i due amuleti. Il giorno dopo Enea scopre Cecilia e Tommaso fare sesso. Chiara incendia la moto di Enea ma questi, per proteggere Amedeo, decide di non denunciarla e, semplicemente, di sparire.
Tommaso e Cecilia organizzano nuovamente il matrimonio. Tommaso torna dalla fattucchiera la quale gli rivela di non aver avuto tempo di lavorare sulle ciocche di capelli e, quindi, di non aver fatto niente. Tommaso, invece, si rende conto di non amare più Cecilia. Così il giorno dopo Tommaso non si presenta al matrimonio ma manda un biglietto a Cecilia chiedendole di raggiungerlo in un bar. Lei lo fa e mentre i due stanno parlando, il bar si svuota e partono i titoli di coda.

Onestamente non capisco come un film tanto imbarazzante sia così apprezzato dalla gente. La regia di Troisi è dozzinale, anche perché le interpretazioni sono di un livello molto basso. Tremende quelle dei pescatori, che davvero non hanno idea di cosa sia la recitazione; molto mediocri quelle degli altri attori, che spesso non sanno cosa dire e saltano da un discorso all'altro come se, anziché un copione, avessero ricevuto solo vaghe indicazioni sugli argomenti da trattare e poi andassero a braccio. I momenti comici, poi, sono artefatti e sopra le righe (ad esempio quando Tommaso beve il caffè avvelenato o quando Enea si sbraccia con le bandierine - pensato come momento comico e invece solo patetico).
C'è del buono in questo film, ad esempio quando tutti trovano Enea bello e affascinante mentre Tommaso lo vede come un omuncolo insignificante e bruttino, ma sono rari sprazzi che si perdono in un mare di mediocrità e di retorica.
Un film estremamente sopravvalutato, che dice ben poco e che, probabilmente, se non portasse la firma di Troisi sarebbe già scivolato nel dimenticatoio.