domenica 23 giugno 2013

Coraline e la porta magica (2009)


Coraline e la porta magica
Coraline, USA, 2009, colore, 100' (1h 40')
Regia di Henry Selick

Visto ieri su Italia 1.

Coraline è una bambina che si è appena trasferita con i suoi genitori, due scrittori eccessivamente impegnati col lavoro per dare alla figlia l'attenzione che lei vorrebbe. Un giorno Coraline incontra Wybie, un ragazzino appassionato di tecnologia e nipote della proprietaria della casa, che le regala una bambola estremamente somigliante e con due bottoni al posto degli occhi. Esplorando la casa, Coraline trova una piccola porta che, una volta aperta, si scoprirà essere murata. La notte stessa, seguendo un gerbillo, Coraline scopre che la porticina nasconde un passaggio. La ragazzina ci si infila e trova dall'altra parte una casa identica alla sua dove abitano due genitori uguali ai suoi che si differenziano sia perché hanno bottoni al posto degli occhi, sia perché sono gentili e disponibili con Coraline: cucinano ciò che le piace, suonano per lei, le permettono di giocare e le danno attenzione - anche se quest'ultima appare vagamente inquietante. Il mattino dopo Coraline si risveglia nel suo letto. Quando racconta quello che le è successo, sua madre e suo padre non le credono.
Coraline intanto fa amicizia con il signor Bobinski, un saltimbanco di origine russa che alleva topi con del formaggio che gli arriva via posta. Tramite Bobinski i topi avvertono Coraline di non passare più attraverso la porticina, ma lei non ascolterà il consiglio. Successivamente Coraline va a far visita a due anziane signore, April e Miriam, ex attrici fissate con i cani e con la lettura delle foglie di tè. Più tardi Coraline incontra Wybie che le rivela di non essere mai entrato nella casa attualmente abitata dalla ragazzina. La nonna di Wybie, infatti, aveva una sorella che sparì quando era piccola e da quel momento ritiene che la casa sia stregata e quindi ha impedito al nipote anche solo di entrarci.
La sera Coraline mette del formaggio per attirare i topi e passare attraverso la porticina. Nell'"altra casa" cena, guarda il giardino sistemato a formare il suo volto e trova un Wybie muto e simpatico e un signor Bobinski ilare che appronta uno spettacolo circense con i topi per i due ragazzini. Al risveglio Coraline è di nuovo nella sua casa vera.
Coraline scopre di poter andare "dall'altra parte" anche di giorno e lì parla col gatto di Wybie, che non solo ha il dono della parola, ma dice anche cose molto profonde. In tanto la versione "oltre la porta" di April e Miriam organizzano uno spettacolo per i loro cani e per Coraline, spettacolo in cui ad un certo punto si tolgono i costumi da vecchie e si rivelano essere giovani e atletiche. Al rientro a casa gli "altri genitori" propongono a Coraline di restare sempre con loro, a patto che la bimba si lasci mettere i bottoni al posto degli occhi.
Coraline va a dormire sperando di svegliarsi nella sua vera casa e invece è ancora "oltre la porta". Allora chiede all'"altro padre" come può tornare a casa, ma questi le dice di non poter parlare per paura della "Grande Madre". Coraline cerca di fuggire, ma scopre che non c'è nulla al di fuori della casa. Coraline decide così di affrontare l'"altra madre" ma viene messa in punizione in una stanza oltre uno specchio. Lì Coraline trova le anime di altri bambini che hanno subito la stessa sorte e che ora sono fantasmi. Questi chiedono a Coraline di recuperare i loro occhi affinché le loro anime possano essere libere. Grazie all'aiuto dell'"altro Wybie" Coraline scappa e torna a casa per scoprire che i suoi genitori sono scomparsi. Con l'aiuto del gatto, Coraline scopre che i suoi genitori sono intrappolati in uno specchio, rapiti dalla Grande Madre.
Coraline decide di tornare "oltre la porta" e affrontare la Grande Madre, ormai rivelatasi con il suo vero aspetto. Il mostro ingoia la chiave che permette a Coraline di tornare a casa, così la ragazzina propone alla Grande Madre un gioco: lei cercherà i suoi genitori e gli occhi dei bimbi morti. Se li troverà, potrà andarsene, altrimenti resterà per sempre nell'"altra casa" e si farà cucire i bottoni al posto degli occhi. Con l'aiuto del gatto e di un oggetto donatole dalle vere April e Miriam, Coraline riesce a recuperare tutti gli occhi dei bambini e, con un trucco, anche i suoi genitori. Così Coraline scappa e rinchiude la Grande Madre per sempre nel suo mondo. Le anime dei bambini vengono liberate, ma un artiglio della Grande Madre, sfuggito dall'"altro mondo", si aggira nel mondo reale e cerca di recuperare la chiave. Coraline, con l'aiuto di Wybie, la butta in un pozzo profondissimo e tutto va a finire bene.

Film di animazione in stop motion in cui la realizzazione è nettamente migliore del risultato complessivo.
Lo stop motion è tecnicamente perfetto e le atmosfere del film sono decisamente inquietanti, tanto che la visione ai bambini della pellicola dovrebbe essere molto ben ponderata e, a seconda delle età, accompagnata dalla presenza dei genitori.
Il problema è che il film parte con un cliché (i genitori di Coraline sono troppo indaffarati da non avere tempo per lei), si snoda tra personaggi secondari che vorrebbero essere divertenti e invece sono noiosi e patetici e termina senza spiegare nulla. Nessuno, infatti, risponde alle domande: chi è la Grande Madre? È un grande ragno? Perché si comporta in quella maniera? Perché hai dei bottoni sugli occhi? È una metafora di qualcosa? Qual è la morale del film? Perché nel pozzo la chiave dovrebbe essere al sicuro visto che il pozzo ha un fondo - lo prova Coraline quando getta il sasso a inizio film? E, soprattutto, se la nonna sa che la casa è stregata, perché diavolo la affitta a una coppia giovane con una bambina?
La tag line del film dice Fai attenzione a quello che desideri. Io trovo il tutto profondamente sbagliato. A inizio film Coraline si trova in una casa nuova in mezzo al nulla, con tutto ancora imballato, con due genitori che lavorano in maniera parossistica, tanto da avere tempo per preparare solo pessimi pasti, con dei vicini al limite dell'assurdo: un coetaneo odioso, un folle che alleva topi con formaggio che riceve per posta (urgh!) e due anziane signore che, per gentilezza, definirò eccentriche. È ovvio che Coraline desideri altro, ed ecco perché si infila nella porta: per fare qualcosa! Rispetto al completo nulla che accade nel mondo reale, è giusto che Coraline sia attratta dal mondo fatato degli "altri genitori". Non è il Paese dei balocchi di Pinocchio, profondamente sbagliato che rappresenta un'alternativa comoda per lo svogliato burattino per mom andare a scuola. È il modo che Coraline ha per fare qualcosa che non sia lo stare sdraiata tutto il giorno a fissare il soffitto. Davvero, non capisco che morale abbia il film - quelle che ho letto in giro per me sono tutte sbagliate - né quale sia il senso del tutto.
Ripeto, un film tecnicamente perfetto che però intrattiene male, non spiegando e lasciando più domande che risposte. Occhio: domande, non spunti di riflessione. Quello che è interessante notare è che si può fare ancora paura e strabiliare visivamente anche con dei pupazzi, ovvero fare Tim Burton senza essere Tim Burton. E questo dimostra che il problema più grosso del Tim Burton degli ultimi anni (Alice in Wonderland, Dark Shadows e Frankenweenie) è Tim Burton stesso.