lunedì 1 luglio 2013

Aquadro (2013)


Aquadro
Italia, 2013, colore, 95' (1h 35')
Regia di Stefano Lodovichi

Visto ieri a Maremetraggio al Teatro Miela.

Amanda (Maria Vittoria Barrella) è una sedicenne che in gita scolastica si innamora di Alberto (Lorenzo Colombi). Una sera che i genitori di Amanda non ci sono, lei invita Alberto a casa ma quando i due ragazzi sono in intimità sul letto, lui all'improvviso si alza e se ne va. Arrivato a casa, Alberto si confida con Nanà (Ilaria Giachi), una webcam girl con cui è solito intrattenersi. Cercando in Internet il nick Skype di Alberto, Amanda scopre che il ragazzo frequenta le chat per guardoni. All'inizio la ragazza è spaventata, ma poi comincia a giocare in webcam con Alberto, facendogli un quiz sulle di lei abitudini e spogliandosi lentamente a ogni risposta esatta del ragazzo. Alberto, ossessionato dalle webcam, comincia a filmare Amanda col cellulare in ogni occasione.
Durante un'assemblea studentesca, i due ragazzi rubano le chiavi di un'aula e lì fanno sesso - Amanda per la prima volta. Tutta la scena è ripresa da Alberto col cellulare. Una volta a casa, Alberto manda a Nanà il video pensando che la web girl sia una sua amica ma la ragazza gli sbatte in faccia la realtà: lei è solo pagata per parlare con lui. Ne nasce un diverbio in cui Alberto insulta Nanà dicendole di non essere nessuno. La ragazza allora si vendica pubblicando il video su Internet. Il giorno dopo tutta la scuola lo viene a sapere e, per deridere Amanda, qualcuno riproduce con lo spray il peculiare tatuaggio che la ragazza ha disegnato e si è fatta fare e che simboleggia il suo amore per Alberto.
Alberto va a parlare con Amanda, cercando di spiegare ma lei lo affronta a brutto muso. Alberto allora rivela ad Amanda di essersi fatto anche lui lo stesso tatuaggio, nonostante la sua risaputa avversione per i tatuaggi. Amanda rimane interdetta e si scopre ancora innamorata di Alberto. I due scappano di casa, per paura di affrontare i rispettivi genitori, e si rifugiano in Austria. Dopo un po', però, si rendono conto del loro errore e decidono di tornare a casa, con la promessa di restare sempre assieme e non lasciarsi mai.

Aquadro, spiace dirlo, è praticamente un corto allungato. Spiace dirlo perché in realtà il film è ben diretto da Stefano Lodovichi, alla sua prima esperienza con un lungometraggio intero (intero perché Lodovichi è uno dei 29 nomi che figurano come regista de Il pranzo di Natale), e ben interpretato da tutto il cast. Però risulta chiaro che la vicenda avrebbe potuto essere sviluppata compiutamente in soli 30 minuti. Certo, le varie fasi della storia sono raccontate con una maggior dovizia di particolari, ma purtroppo risultano vuote e prive di spessore, e questo rende noioso il film che altrimenti avrebbe potuto portare ottimi spunti di riflessione.
Il racconto dei due ragazzi viene condotto con attenzione, con un garbo e una cura che solitamente molti film non hanno. Gli sceneggiatori (lo stesso Stefano Lodovichi assieme a Davide Orsini) sono riusciti a rendere credibili i rapporti tra i sedicenni di oggi, cosa non facile e su cui molti film sono caduti e cadono ancora. Però si nota anche come, a volte, per portare a casa il risultato si forzi un po' troppo la realtà (per esempio: il fatto che Amanda abbia un avocado in casa; il fatto che Alberto viva da solo e possegga una carta di credito; il fatto che la web girl sia gelosa di un ragazzino; il fatto che in un solo giorno tutta la scuola sia a conoscenza del video con Amanda). Insomma, io credo che, nonostante la sceneggiatura abbia vinto nel 2012 il Premio Internazionale Mattador, un minimo di revisione avrebbe giovato al film. Tanto più che il messaggio di fondo è bello, forte e, una volta tanto, non retorico. Ecco perché questo senso di incompiutezza e, a tratti, di faciloneria spiace ancora di più.
Tecnicamente, ripeto, il film è buono: Lodovichi ha una regia pulita e interessante e mi farebbe piacere vederlo alla prova con altri copioni, ma questo film ahimé zoppica un po' troppo.