mercoledì 5 settembre 2012

Outrage (2010)


Outrage
Autoreiji (アウトレイジ), Jap, 2010, colore, 109' (1h 49')
Regia di Takeshi Kitano

Visto su Rai 3 all'interno di Fuori orario.

Il film racconta della lotta tra clan della Yakuza per ottenere il potere e per poter gestire il traffico di droga a Kantō, la regione che comprende anche Tokyo. Il capo supremo, Mr Chairman (Sôichirô Kitamura), vuole sostituire il clan di Murase (Renji Ishibashi) con quello di Ikemoto (Jun Kunimura), ma Ikemoto e Murase sono fratelli di sangue. Così tocca a Ôtomo (Takeshi Kitano), un membro di lungo corso della Yakuza ancora relegato ad un ruolo secondario all'interno della famiglia e che vive male la presenza di membri giovani che non condividono i valori in cui crede, risolvere la questione. Ôtomo riesce a estromettere Murase dagli affari mentre Ikemoto, sicuro della nuova posizione ottenuta, si perde nel gioco d'azzardo, creando ulteriori tensioni tra le famiglie. Mr Chairman allora chiede a Ôtomo di eliminare Ikemoto, dietro la promessa di un avanzamento di grado. Questo porta ad un'escalation di vendette e ripicche per cui tutti gli uomini di Ôtomo vengono sterminati e Ôtomo stesso è arrestato dal poliziotto corrotto Kataoka (Fumiyo Kohinata). Sicuro di prendere il posto del suo capo Ikemoto, Osawa (Tetta Sugimoto) tenta di stringere un accordo con Mr Chairman ma viene ucciso da Katô (Tomokazu Miura) il quale fa fuori anche Mr Chairman diventando così capo della Yakuza. Nel frattempo Ôtomo in carcere viene pugnalato da uno dei detenuti e dichiarato morto.

Il film è un classico Yakuza movie, con una solida regia e ben girato. Un ottimo intreccio narrativo, coerente e perfetto per un film del genere. Le uccisioni si susseguono con un buon ritmo e appaiono credibili, naturalmente sempre per un film "Yakuza style". E allora, qual è il problema? Uno solo, ma grossissimo: la quantità di volti e nomi diversi rende difficilissimo seguire la storia. I membri delle varie famiglie si confondono e capire esattamente chi stia vendicando chi uccidendo chi è davvero arduo. Così il film perde forza, si sgonfia e diventa noioso. Si trasforma in una serie di uccisioni, più o meno cruente, completamente avulse dal contesto. Inoltre c'è da dire che spesso si assiste ad un'inutile spettacolarizzazione dei delitti. Uno su tutti: qual è il senso dell'omicidio con la corda? Non ha causato gravi sofferenze alla vittima e non aveva una valenza simbolica. E allora? Esclusivamente per evitare un'altra uccisione con la pistola?
Comunque, a parte quest'ultima cosa, il film è abbastanza anonimo. Si lascia guardare (pur con le difficoltà espresse prima) ma conquista poco: mancano le innovazioni, la spettacolarità e la freschezza che Kitano ha dimostrato in altre pellicole di avere. Onestamente mi sentirei di consigliarlo solo ad un pubblico di veri appassionati del genere.